Europa, sviluppo, lavoro e legalità. Sono questi i cardini della Lombardia di Umberto Ambrosoli. E al centro di tutto l’occupazione, che deve progredire sensibilmente. Altrimenti è difficile che il resto possa funzionare.
Nel programma di governo viene sottolineata l’esigenza di una forte discontinuità con il passato, che è il presupposto al cambiamento. La Lombardia di Ambrosoli sarà una regione trasparente, dove verrà compiuto ogni sforzo per liberare le energie private e pubbliche che le permettano di avere il ruolo che le compete. Si tratta di una delle cinque aree più importanti d’Europa e questo non deve rimanere in ombra.
Gli strumenti cui mettere mano in prima battuta sono quelli dell’apprendistato e dei tirocini, che devono essere seguiti e aggiornati con incentivi che permettano a queste tipologie di contratto di trasformarsi in vera occupazione. Sull’apprendistato Regione Lombardia può diventare riferimento nazionale, sulla traccia di quanto già sperimentato in altri Paesi: lì centinaia di migliaia di giovani sono assunti a tempo indeterminato tramite questo canale, canale che consente un reclutamento cristallino, senza connivenze e favori, basato solo sulla prova che di sé riesce a dare il candidato.
Ma non ci sono solo i giovani. Con la riforma Fornero diventa infatti necessario pensare anche a nuove politiche per gli over 50 e gli over 60, politiche che prevedano un mix fra riduzione delle ore lavorate, assunzione di giovani e gestione delle ore con un trattamento previdenziale.
Occorre inoltre mettere in comunicazione domanda e offerta di lavoro guardando a quanto è stato fatto in Francia con le agenzie di servizi alla persona e nei Paesi scandinavi, dove sono stati attivati servizi di fornitura di prestazioni personali in forma di collaborazione autonoma e continuativa gestiti da Comuni e Province.
Per quanto riguarda la sanità, la ristrutturazione dei servizi deve passare attraverso la personalizzazione, quindi avere le persone come punto di riferimento, secondo criteri di accessibilità e di equità. Non una sanità-azienda, quindi, ma una sanità umana. Mentre in campo educativo è fondamentale ripensare alla distribuzione delle risorse pubbliche di sostegno allo studio. Il buono-scuola per gli studenti delle paritarie deve tenere conto del reddito famigliare. Solo così diventerà una reale forma di aiuto per le famiglie a basso reddito.
Questa Lombardia che verrà – con l’impegno di oggi, con il lavoro di domani – la sento molto vicina a me e alla mia storia personale.
Il mondo del lavoro e le battaglie per legalità sono infatti i due aspetti sui quali mi impegnerò: credo di conoscerli bene, da un lato stante il mio percorso manageriale e dall’altro per quello di informazione e sensibilizzazione sui temi della società civile. L’approdo in politica di persone esterne ai partiti assume valore nel momento in cui le esperienze personali possono essere di aiuto alle istituzioni.
Bisogna far sì che tra la politica, la società civile, le istituzioni, il ricambio sia continuo. Cercando di evitare i dilettantismi, ma senza per questo cristallizzare mali o creare sistemi di potere eterni e inamovibili.
La politica, ricordiamolo, è servizio per il bene comune. Ridiamo questa Regione alle persone normali. Otterremo così una Regione finalmente normale.